mercoledì 7 dicembre 2016

7 dicembre - La terra ai piedi della Majella


La Signora si alza. Una sfida di bianco con le nuvole. La vetta ammantata, che si mescola e si fonde con le nubi, arruffa le sue cime.


In basso, sulla terra, verso di noi, una pioggerella sottile ma ben messa ci ricorda che questo è il mese che ci accompagnerà all'arrivo dell'inverno, signore del buono e del riposo.

Le sensazioni che ho scoperto, stamattina al risveglio, mentre l'occhio ancora socchiuso si accingeva al saluto alla Grande Madre, la Majella, continuano a raccontarmi la storia che la leggenda ha impresso nelle tradizioni del popolo abruzzese.

Maja riposa le sue cime, nella sua forte tristezza stanca.

Maja si raddrizza, dignitosa, con le sue possenti membra di secoli.

Maja ricorda il valore del tempo e l'amore della famiglia.

Ogni volta che alzo lo sguardo, a congiungerlo con le sue cime, avverto il monito che un po' mi rincuora e un po' mi intimidisce.

Eccoci amici, stasera, nonostante sia il giorno che anticipa una festa, ho l'animo indolenzito dalla nostalgia e dal rimpianto.

Sebbene io sia ancora al cospetto della Majella, ripenso alle mie colline che, proprio mentre scrivo, si dipengevano le ciglia con i bagliori dei fuochi della Concezione
Mi dispiace non poterli vedere da qui.
Mi passerà. Ma domani.

Nel mentre mi accingo a scoprire la casellina del 7 dicembre, ripropongo una ricetta delle feste, quella del parrozzo.


 




 Voglio ricordare anche di quando, l'anno scorso, scrivevo dei Fuochi della Concezione.


La paje, le stroppie, le cippitte. Le se purtate 'n'accendine, 'nu  picciarelle? Ellè, ella ammonte alome già appicciate. Quille è state le prime. E nu, arriveme sempre dope!
Ogne anne ce sta caccose che nen va. E mo' manche la paje, e mo' manche lu picciarrelle.
Jamme, appicce 'ssu foche. Guarde la colline, quelle de Castannove e guarde la colline de Casele. Tutte piene de fuoche. Tutte  l'alome prepariete. Guarde quant' è belle.
Le fuoche de la Vigilie.

(Traduzione)

La paglia, i cumuli di foglie secche e rimasugli di legno, i rametti. L'hai portato un accendino? Un fiammifero? Ecco, lassù hanno già acceso. Quelli sono stati i primi. E noi arriviamo sempre dopo.
Ogni anno c'è qualcosa che non va. E ora manca la paglia. E ora manca il fiammifero.
Dai, accendi questo fuoco.  Guarda la collina di Castelfrentano e guarda la collina di Casoli. Dappertutto è pieno di fuochi, Li hanno preparati. Guarda come sono belli.
I fuochi della Vigilia.

A domani,
C. D'Orazio




Ho scritto sul Natale d'Abruzzo
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