mercoledì 27 agosto 2014

Nello splendore perdersi e poi risollevarsi - Parigi

Non tutto è necessario, quando appoggi le gambe e poi il tuo passo su quelle strade. Non può esserlo perché ti manca il tempo.
Devi armarti di pazienza e confidare in una nuova visita in futuro.



È così, ogni volta, prendi tutte le emozioni, raggomitoli i sospiri, facendone incetta per tutto il periodo, lungo o meno, deciso o incerto, in cui poi dovrai essere lontana. 

Ne senti la necessità: quell'aria, quelle nuvole che fanno continuamente scherzo al sole, giocando buffe a spruzzare schizzi di pioggia.
Hai bisogno di assaporarne più che puoi perché, per quanto tempo tu abbia a disposizione, esso non è mai abbastanza per gioire almeno un po' di tutta l'arte, del tepore romantico, dei sapori e dei colori di Parigi.


Lo sguardo che accompagna le peregrinazioni nelle vie della Ville Lumière è perennemente volto in alto. 
Non voglio perdermi niente della maestosità di questa atmosfera.

Con il naso sempre all'insù, mi guardo attorno, come fossi su di una giostra, una di quelle con i cavallucci a dondolo. Mi siedo buona al mio posto, cercando di assaporare ogni riflesso delle luci che girano intorno.  
Rimango lì, con i capelli aggrovigliati e con la bocca aperta, quasi ad aspettare lo zucchero filato, come ricompensa finale per essere stata buona. 

Un pezzo di tempo, qualsiasi, è sempre poco. Non basta. 
Cammini per le strade e senti di non aver calcolato bene ogni attimo programmato per la tua permanenza.
Vorresti che tutto si fermasse intorno e che tu rimanessi immobile in quella vetrina di luci, di parlate, di gente varia.





E allora mi affretto. Mi aggiro, insaziabile, a gustar ogni cosa. 

Cerco e trovo l'opportunità di fare tutto. Devo.
Notre Dame, il Trocadéro, il Quartiere Latino, la Basilique du Sacré - Coeur, Montparnasse.

Passeggio lungo gli Champs-Élysées, mentre l'Arc de Triomphe pare controllare il mio passo, da lontano. 

Il Louvre, Il Museo d'Orsay e gli innumerevoli ritrovi d'arte e di artisti. Li faccio miei per parecchie ore e per diversi giorni.

Una camminata lungo la Rive Gauche, a sbirciare tra i libri introvabili. I bouquinistes, il loro fascino di sempre.




E cammino, cammino. Nemmeno i piedi sono gravati dalla fatica. Non vogliono fermarsi!

Parigi: la contempli e non ti stanchi. 
La saluti, mentre già ti manca.


Concetta D'Orazio



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