mercoledì 27 agosto 2014

Mercatini di Natale in Carinzia - Klagenfurt, Villach, Velden

Porto il bicchiere sotto al naso.
Non ho ben capito cosa contenga, una bevanda calda dal retrogusto fruttato. Non è vin brulé, almeno così mi pare. Credo che non sia alcolica. Ma io non sono molto esperta.
Gusto un po' l'odore ed il sapore, ma il vero beneficio mi viene dal calore. 
Il freddo è molto pungente. 

L'aria ghiacciata riesce ad infilarsi sotto agli abiti per la neve.
Non pensavo potesse esistere un gelo così indisponente. 
O almeno non lo avevo mai provato.
Persino i piedi sono addormentati nella morsa. Li ho coperti bene, ci mancherebbe. Li ho attrezzati: scarpe da neve e calzettoni dall'imbottitura imbarazzante.
Eppure le mie estremità giacciono come anestetizzate. A nulla serve sbatterle con forza a terra. Il formicolio dove è finito? Pure le formichine devono essersi addormentate insieme a tutto il resto che appartiene al mio apparato locomotore, nella parte posizionata più a sud delle mie gambe.

Ad accompagnare lo sciroppo caldo mi affretto ad ordinare anche un panino fumante.
Lo stomaco si accalora di nuovo e fa riprendere vigore a tutto il fisico.
Mi sento meglio e riprendo il giro fra le bancarelle della piazza. Sono piene di chincaglierie, di luci e addobbi, di giochi e di dolci grassi che perderanno la loro forma zuccherosa fra le labbra infreddolite.

La magia dell'Avvento, in questa parte della Carinzia, è davvero grande. Ogni pensiero ricorda le festività, i doni, il relax del periodo natalizio, prossimo ad arrivare.

Con la flemma derivante da una digestione azzardata, vista la mole del panino e l'apporto calorico del succo caldo, continuo a gingillarmi, passando fra le mani, dove è possibile, cappellini di lana, guanti.
Mi meraviglio come una bimba al risplendere delle luci.

Qui, in questa mattinata di mercatino di Natale a Klagenfurt.

Ci spostiamo ancora. Raggiungiamo Villach.


Inutile dire che l'atmosfera continua ad essere vivace. Facciamo un giro su di una specie di trenino sopra coperto, ma aperto sui lati, che cammina poco veloce fra le vie della città.

L'aria è ancora più fresca, visto che il pomeriggio si è fatto più avanzato. 
Tengo stretto sulle gambe il playd rosso che ci hanno consegnato prima della partenza. Un po' ripara ma la mia sensazione di freddo, è risaputo, è sempre esagerata.


Dal trenino ci allunghiamo lungo le vie di una città dall'atmosfera frizzante e non solo per le temperature. 
Guardo di sottecchi le vetrine colorate. Quelle che poi ritornerò a controllare con più calma, quando il giro motorizzato sarà finito.






Questo posto, il periodo: che favola.!

Un angolo di meraviglia per sfuggire alle quotidianità troppo strette.
Un paesaggio da incanto. Un'atmosfera da sogno.
Ad osservare quelle meraviglie bisogna pizzicarsi un po' la faccia, per rendersi conto che sia tutto vero.





La natura è stata benigna qui. Ha regalato verde sempre verde, in estate e in inverno. Corsi e depositi d'acqua abbondanti, come quello del lago, il Wörthersee.

La notte è delicata quando arriva. Mentre tutti sono impegnati a scaldarsi l'anima e la pancia con dolci e tisane calde, a Velden, sul lago, le luci del presepe ora spiccano e guizzano agli occhi. Sono delicate e profonde al tempo stesso.






Per un attimo dimentico tutto il resto. Sono tornata bambina. C'è il Natale. E questo mi basta.

Concetta D'Orazio





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