giovedì 20 febbraio 2014

Il self publishing e la palingenesi dell'editoria



Tutti che parlano di libri e di scrittura.
E qui e lì.
E le CE... e le BE e le DE.
Questi scrittori che esordiscono. Ah!
Si propongono. Si studiano. Si consumano.
Improvvisamente tutti sono diventati anche editori, editingaioli e correttori.
E pure evidenziatori.
Si amano. Ma un po' fanno finta.

D'altronde le classifiche sono strette, piene di correnti d'aria! Non ci si può star dentro comodamente.
Basta un click e la porta sbatte.
Oggi dico così, ma devo dirlo velocemente e senza dar troppo nell'occhio, ché domani ci sarà l'eco al mio "così".. "'osì" ..."sììì".
E occhio a quello e occhio a questo.
Ma che vuoi? Il report pieno e la moglie ubriaca?
Si continua, in una danza di letterine impenitenti, senza aver mai studiato la prima posizione.
Ma pure sulla seconda ci sarebbe da ridire.
Tanto basta che c'è la salute e qualche refuso da cancellare.
Diciamoli refusi va.
Devastazioni della lingua sono.
Noi però li indichiamo con termine tecnico che fa più chic ed anche più self.
Ma chi vuoi che se ne accorga?

Lettere dritte, storte, oblique. Basta che siano scritte.
Si va avanti, allegramente, chi prima arriva meglio alloggia.
Me poi alloggeranno anche gli altri,
tanto un posticino in classifica non si nega a nessuno,
basta che non sia troppo in alto.

Viva il self publishing, da soli e con molta compagnia!

Concetta D'Orazio

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